La democrazia in crisi necessita di competenze in materia di ESS
02.12.2025
Intervista alla Dr.ssa Isabelle Stadelmann-Steffen, professoressa all'Università di Berna
La nostra democrazia è sotto pressione: polarizzazione, disinformazione e crisi globali la mettono a dura prova. Isabelle Stadelmann-Steffen, politologa bernese, spiega il ruolo che svolgono le scuole nel rafforzare le competenze democratiche, perché è importante promuovere fin da piccoli la capacità di formarsi una propria opinione e in che modo l'educazione allo sviluppo sostenibile (ESS) può favorire la resilienza democratica.
Signora Stadelmann, da molti anni si occupa di partecipazione politica e di democrazia in Svizzera. Perché la democrazia non è più un sistema politico scontato?
Di certo, non esiste sicuramente un solo motivo, bensì sono diversi gli sviluppi che influenzano il funzionamento della democrazia. In questa sede vorrei sottolinearne in particolare tre:
In primo luogo, siamo confrontati ad una serie di sfide, non solo in Svizzera, ma anche sul piano internazionale. Temi come il cambiamento climatico, la digitalizzazione o la migrazione, caratterizzati da interazioni complesse, richiedono soluzioni a lungo termine. Parallelamente, molte persone si sentono sopraffatte da questa complessità. Questo genera incertezza e spinge a cercare risposte semplici. È in questo contesto che i partiti populisti intervengono volentieri, fornendo queste risposte apparentemente semplici.
In secondo luogo, si rileva una forte polarizzazione. Su alcune questioni importanti (p. es. politica climatica, migrazione, relazioni con l'UE), la società è divisa, rendendo difficile la ricerca del consenso, ma anche, più in generale, lo svolgimento di dibattiti oggettivi. I partiti politici, che alimentano e promuovono ulteriormente questa polarizzazione, sono addirittura ricompensati a livello elettorale, perché vincono le elezioni.
In terzo luogo, i cambiamenti dei media e la tendenza alla disinformazione sono proseguiti. I media tradizionali hanno perso la loro influenza e la loro portata, mentre i social media tendono ad accentuare la già citata polarizzazione, creando camere di risonanza e amplificando le opinioni estreme.
Queste dinamiche non agiscono indipendentemente l'una dall'altra, ma si rafforzano a vicenda.
Infine, alcuni degli uomini più potenti del mondo stanno attualmente dimostrando che si può mettere in discussione la democrazia senza subirne ripercussioni politiche. Che ciò sia possibile è forse anche dovuto al fatto che negli ultimi decenni abbiamo dato per scontato che la democrazia fosse "the only game in town", ossia l'unica opzione possibile.
"La democrazia è caratterizzata dal fatto che i suoi valori fondamentali sono sostenuti dalla società"
La democrazia si basa sulla partecipazione, sul pensiero critico, sul dibattito, sulla capacità di dialogare e sulla responsabilità, ossia proprio quelle competenze promosse anche dall'educazione allo sviluppo sostenibile (ESS). A suo avviso, quali sono i principali aspetti che accomunano l'educazione alla democrazia e l'ESS?
Questi aspetti comuni non sono casuali. La democrazia e lo sviluppo sostenibile richiedono entrambi un'azione collettiva. Nel caso dello sviluppo sostenibile, è un'evidenza: l'obiettivo socialmente auspicabile (appunto lo sviluppo sostenibile) può essere raggiunto solo se tutte le persone, o almeno la maggior parte di esse, partecipano e sostengono le soluzioni proposte. In determinate situazioni, ciò significa anche far prevalere gli interessi della società sugli interessi del singolo. Ciò vale anche per la democrazia. Quest'ultima è caratterizzata dal fatto che i suoi valori fondamentali sono sostenuti dalla società e che si devono ripetutamente accettare le decisioni democratiche, anche quelle che non si condividono.
Inoltre, e più concretamente, sembra evidente che il successo democratico di uno sviluppo sociale possa essere realizzato unicamente con la partecipazione e il dialogo con le cittadine e i cittadini.
In che modo ha contribuito alla redazione del nostro dossier tematico sulla democrazia?
Ho suggerito di discutere in modo approfondito aspetti quali la formazione dell'opinione e la digitalizzazione della democrazia che devono occupare una posizione preminente. Sviluppare la capacità di formarsi un'opinione è l'obiettivo principale dell'educazione civica. Si tratta di insegnare alle allieve e agli allievi dove trovare quali informazioni e come utilizzarle per permettere loro di formarsi un'opinione informata. La digitalizzazione è in generale una dinamica centrale della nostra epoca e riguarda anche la politica. Mi sembra quindi importante conoscere le sfide ad essa associate, ma anche le opportunità che offre.
Essendo specializzata in politica comparata, ho inoltre fornito suggerimenti su come collocare la democrazia svizzera nel contesto internazionale, in particolare per determinare ciò che la distingue dalle altre democrazie.
"È sicuramente utile mettere in pratica la democrazia, o i suoi principi,
fin dalla più tenera età e anche nella quotidianità scolastica,
ad esempio istituendo consigli di classe e creando altre forme di partecipazione."
Il dossier tematico spiega come mettere in pratica le competenze democratiche in ogni ciclo scolastico, adeguandole all'età delle allieve e degli allievi. Cosa possono fare concretamente le e gli insegnanti per promuovere queste competenze nella vita quotidiana della scuola, anche quando il programma scolastico offre poco spazio in quest'ambito?
È sicuramente utile mettere in pratica la democrazia, o i suoi principi, fin dalla più tenera età e anche nella quotidianità scolastica, ad esempio istituendo consigli di classe e creando altre forme di partecipazione. Per quanto riguarda la formazione dell'opinione, è possibile allenarsi anche con temi "non politici", ad esempio chiedendo alle allieve e agli allievi di individuare e definire i vantaggi e gli svantaggi o i punti forti e i punti deboli di un argomento e insegnando loro a valutarli. Il tema, o il suo grado di complessità, può variare in funzione dell'età.
Sono però anche convinta che ciò non possa avvenire senza possedere le conoscenze necessarie. Data la complessità del sistema politico svizzero, emerge molto chiaramente che le conoscenze politiche rivestono un'importanza fondamentale per la partecipazione democratica. Per questo motivo, si dovrebbe liberare dello spazio nel programma scolastico per trattare concretamente queste conoscenze, idealmente basandosi su esempi attuali. Per molti è più interessante affrontare il tema delle elezioni o del sistema elettorale in modo concreto, per esempio mettendolo in relazione con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
In che modo e in quali ambiti la scienza e la pedagogia possono collaborare per supportare le scuole nel loro ruolo?
Per noi donne e uomini di scienza è certamente molto importante essere considerati una fonte affidabile di informazioni. Prima ho parlato del ruolo centrale della formazione dell'opinione. Ora spero che l'educazione civica nelle scuole possa contribuire a mantenere alta la fiducia nella scienza.
Parallelamente rientra anche nei compiti della scienza elaborare le conoscenze rilevanti in modo tale da renderle comprensibili per la popolazione in generale e, possibilmente, anche per le scuole e, naturalmente, utilizzabili. Nell'ambito di un progetto sulla trasformazione del sistema energetico, per esempio, abbiamo sviluppato un gioco denominato "Serious Game" (sito solo in tedesco) che mettiamo volentieri a disposizione delle scuole per consentire alle allieve e agli allievi di scoprire e sperimentare in modo ludico la complessità della transizione energetica.
"È quindi essenziale mostrare soprattutto alle e ai giovani che la democrazia
è un processo in cui è necessario investire a lungo termine se si vuole mantenerla viva."
Le sue ricerche si focalizzano anche su ambiti quali la partecipazione politica, le pari opportunità e le strutture federali. Secondo lei, a quali sfide è attualmente confrontata la democrazia in Svizzera, soprattutto in relazione alla partecipazione e alle forme di partecipazione digitali?
Secondo me, una delle tendenze più preoccupanti è la già citata commistione tra la polarizzazione e l'apparente irrilevanza dei "fatti". Essa minaccia anche i valori democratici fondamentali, in particolare la fiducia nella politica, necessari per il buon funzionamento della democrazia. Inoltre, contribuisce a far perdere alle persone l'interesse per la politica e, più in generale, per ciò che accade in Svizzera e nel mondo. È quindi essenziale mostrare soprattutto alle e ai giovani che la democrazia è un processo in cui è necessario investire a lungo termine se si vuole mantenerla viva.
Quali riforme o sviluppi ritiene necessari per garantire il futuro della democrazia? L'estensione del diritto di voto ai minori di 18 anni potrebbe motivare le e i giovani ad occuparsi di democrazia?
È importante rilevare che una parte significativa e crescente delle persone che vivono in Svizzera non ha il diritto di voto. Sarebbe quindi il caso di discutere se sia opportuno e possibile aumentare la sovrapposizione tra coloro che possono decidere e coloro che sono toccati dalle decisioni. Una possibilità in quest'ambito sarebbe quella di abbassare l'età elettorale, ad esempio a 16 anni. Questa misura non cambierebbe granché, ma permetterebbe comunque di rappresentare un po' meglio le generazioni più giovani nell'elettorato.
Una riserva posta nei confronti dell'età elettorale a 16 anni è, come spesso citato, lo scarso interesse politico e le limitate conoscenze delle persone che hanno meno di 18 anni. Ritengo tuttavia che ciò sia dovuto soprattutto al fatto che attualmente le e i sedicenni non hanno diritto di voto. Anche i piani di studio sono per esempio concepiti in modo da trattare i temi politici principalmente al livello secondario II, proprio poco prima che la maggior parte delle e dei giovani acquisisca il diritto di voto a 18 anni. Naturalmente, se si abbassasse l'età elettorale a 16 anni, occorrerebbe adeguare i piani di studio integrando prima questi contenuti nel programma scolastico. Sono abbastanza convinta che l'interesse delle e dei sedicenni per la politica e il loro impegno in quest'ambito aumenterebbero automaticamente se potessero già votare e partecipare alle elezioni a quell'età.