"Tutto ciò che viene trasmesso loro fin dalla più tenera età getta le basi della loro curiosità e della loro apertura al mondo."
29.09.2025

Intervista a Carine Colletti, insegnante di scuola dell'infanzia e referente per la sostenibilità della scuola elementare di Prélaz a Losanna, per la newsletter di settembre.
Dove e come integra l'educazione allo sviluppo sostenibile (ESS) nel suo insegnamento?
Nel mio insegnamento privilegio tematiche correlate all'ambiente di vita delle allieve e degli allievi. Questo permette loro di capire le interazioni, valutare l'impatto delle loro azioni e cogliere concretamente le sfide. Sentirsi protagonisti/e del cambiamento è un motore essenziale per il successo dei propri progetti e consente di sviluppare una coscienza civica già in tenera età. I luoghi d'apprendimento sono numerosi all'interno di una scuola, che si tratti della classe, del piazzale della ricreazione, dell'orto scolastico (se presente), così come nei suoi dintorni come il quartiere o il bosco quando vi trascorriamo le nostre giornate all'aperto. Ognuno di questi luoghi diventa un terreno di esplorazione favorevole all'ESS.
Quali sono le sue principali fonti d'informazione e di che tipo di sostegno concreto avrebbe maggiormente bisogno per agevolare questa integrazione nel suo insegnamento?
Le fonti d'informazione non mancano. Numerosi siti, come quello di éducation21, offrono animazioni o dossier di qualità in relazione con l'educazione allo sviluppo sostenibile.
Prevedere nel programma scolastico delle ore per l'educazione allo sviluppo sostenibile, come avviene per la matematica, il francese, l'educazione fisica, ecc., e non limitarsi a chiedere che "il corpo docente dedichi alcune lezioni all'educazione allo sviluppo sostenibile, conformemente a quanto previsto dal piano di studio", legittimerebbe la realizzazione di progetti concreti e conferirebbe credibilità e visibilità all'ESS. Ciò sgraverebbe le e gli insegnanti dallo stress delle valutazioni e del programma e darebbe una reale credibilità a questa tematica che diventa urgente trattare non come un alibi, ma piuttosto come una priorità.
Quali temi interessano particolarmente le sue allieve e i suoi allievi?
Per suscitare un vero e proprio interesse nelle allieve e negli allievi e consentire loro di sentirsi realmente protagonisti/e del proprio apprendimento, ritengo importante inserire i temi inerenti all'ESS in un contesto di reale prossimità, soprattutto quando si tratta di giovanissimi/e (le mie allieve e i miei allievi hanno dai 4 ai 6 anni). Questi ultimi devono infatti avere l'opportunità di osservare, sperimentare, toccare con mano e constatare l'impatto delle loro azioni.
Parlare dello scioglimento dei ghiacci e degli orsi polari senza menzionare l'aumento della temperatura sul loro piazzale della ricreazione non ha senso per loro. Inoltre, impegnarsi a favore di cause che non ci toccano direttamente non è molto stimolante, soprattutto se non si può constatare di persona l'impatto del proprio impegno.
E come tratta questi temi in generale (approccio, metodo)?
Parto da osservazioni fatte nei dintorni della scuola. Cerchiamo, ad esempio, di capire le interazioni tra i vari utenti del piazzale della ricreazione: i corvi che rovistano nei bidoni della spazzatura, l'eccesso di rifiuti, gli imballaggi, l'alimentazione e le ricreazioni, il posto occupato da ognuno/a. Privilegio una partecipazione attiva delle allieve e degli allievi nei processi di riflessione. Ad esempio, la problematica dei rifiuti sul piazzale della ricreazione che attira i corvi, a scapito degli altri uccelli, oppure l'impatto che ciò ha sulle persone incaricate di pulire il piazzale della ricreazione, ma anche sulla fauna. Li invito a riflettere a tutte le persone toccate da una problematica e ai vari modi per risolverla.
Che importanza riveste l'ESS per lei personalmente in quanto insegnante?
Per me è un accesso essenziale ad una migliore comprensione del mondo che ci circonda, iniziando però su piccola scala con le bambine/allieve e i bambini/allievi. È innanzitutto importante capire le sfide presenti nel loro quartiere, sul loro piazzale della ricreazione, nella loro classe, nella loro scuola. La scuola è il luogo che tutti/e hanno in comune, è ciò che li unisce. È un passaggio obbligato, un po' lontano dalle altre influenze, durante il quale ci si può aprire a un altro modo di pensare o di agire. È un luogo in cui ognuno/a può accedere allo stesso contenuto, che consente di creare una base comune aggregante. È un luogo in cui convergono credenze diverse, ambienti familiari differenti, dove si può sviluppare un senso di appartenenza a un gruppo, a un sistema e poi sentire il bisogno, il desiderio di prendersene cura, di impegnarsi per esso.
Quali difficoltà (e/o soddisfazioni) incontra quando tratta un tema relativo all'ESS o sviluppa un progetto di ESS?
La mia soddisfazione è vedere la ricettività delle allieve e degli allievi, malgrado la loro tenera età. Non solo capiscono le sfide e dimostrano un sincero interesse per il mondo che li circonda e per coloro che vi vivono, ma manifestano anche una reale capacità di impegnarsi, se invitati a farlo. Hanno ancora pochi pregiudizi e una grande apertura mentale. La loro immaginazione permette loro di essere creativi nella ricerca di soluzioni. La scuola dell'infanzia rappresenta un vero e proprio vantaggio per l'insegnamento dell'ESS, poiché le materie non sono ancora compartimentate e non vi sono vincoli d'orario. Ciò mi lascia una grande libertà nell'affrontare un tema o nel portare avanti un progetto, e rende evidente e immediata la dimensione trasversale dell'educazione dello sviluppo sostenibile.
Quando pensa alle sue allieve e ai suoi allievi, che competenze vorrebbe che sviluppassero a scuola per affrontare le sfide della sostenibilità che si presentano?
Mi sta sinceramente a cuore vederli mantenere questo senso di meraviglia per le cose che li circondano, questa apertura mentale e questa assenza di giudizio nei confronti dell'altro che generalmente caratterizza le bambine e i bambini di quell'età. Questo atteggiamento può cambiare man mano che crescono, ma tutto ciò che viene trasmesso loro fin dalla più tenera età getta le basi della loro curiosità e apertura al mondo, rendendoli ambasciatori privilegiati tra i loro coetanei. Vorrei che prendessero coscienza dei legami che interagiscono tra gli esseri umani e il loro ambiente e che, col tempo, potessero ampliare la loro percezione per tutto ciò che li circonda e che questo li guidi nelle loro decisioni. Che sviluppino un pensiero trasferibile al loro contesto di vita, sentendosi toccati da quanto avviene, responsabili e coinvolti nelle scelte che faranno.